Assonanze veneziane coniugate alla musica: arriva la barcassa con Sollima.
La Santa Lucia, la nassarola che è un eccentrico strumento musicale.

Giovanni Sollima, che non ha di certo bisogno di presentazione, ha scritto una composizione per barcassa e violoncello che eseguirà in prima assoluta nel concerto del 3 settembre in una nuova venue: Villa Bryner a Lesa.
Emanuele (Aldo) Battaglia, appassionato di barche in legno, è il geniale ideatore e costruttore della barcassa. Aldo, medico chirurgo odontoiatra che si diletta di falegnameria, racconta: «In gergo marinaresco si dice che quando una barca è perfetta sembra un violino, e io ho pensato: perché non farla suonare davvero?». Tra plausi e perplessità, la sua creatura ha preso forma anche grazie agli incoraggiamenti di Mario Brunello e Giovanni Sollima che hanno creduto da subito nel progetto.
La “Santa Lucia” – questo il nome di battesimo – è una nassarola (barca tradizionale da pesca della costa catanese) ed è stata costruita a Catania nel 2005 dopo una visita alla laguna veneta; l’intuizione di trasformarla in un eccentrico strumento musicale nasce qualche anno fa. Il nome “barcassa” è stato suggerito dal celebre fumettista Milo Manara, ed evoca assonanze veneziane coniugate alla musica.
«La barcassa, come tutte le barche che si rispettino, è in legno. Il fasciame principale, le ordinate e il dritto di prua e di poppa sono in frassino, la chiglia in legno di orzope. La tavola armonica è in abete bianco di rigatino e misura 5,05 metri in lunghezza. Lo scafo è lungo 8,5 metri (9,5 con lo sperone di prua), il baglio massimo è 2,44 metri mentre la chiglia pesca circa 40 centimetri». Le corde – re, sol e do – in acciaio armonico, sono accordate per intervalli di quarte. Tre corde e non quattro, come ci si potrebbe aspettare, perché la barcassa è ispirata all’ottobasso, una sorta di enorme contrabbasso alto quasi 4 metri realizzato nel XIX secolo dal liutaio francese Jean-Baptiste Vuillaume in collaborazione con Hector Berlioz. La “Santa Lucia” è stata amorevolmente curata nel corso del tempo e successivamente sposata a una tavola armonica stagionata per ben dieci anni. È proprio la stagionatura una importante risorsa contro alcuni degli acerrimi nemici del legno, come l’acqua e l’umidità. Per permettere allo scafo di contrastare le centinaia di chili di tensione cui è sottoposto a causa del carico di accordatura, Battaglia ha progettato una apposita struttura in ferro zincato e acciaio, e conclude: «Senza l’apertura mentale di Brunello e Sollima il progetto si sarebbe potuto arenare in qualsiasi momento. È merito di artisti di larghe vedute come loro se io sono andato avanti fino in fondo». Questa sera assisteremo alla creazione di impressioni sonore mai ascoltate prima che legano il musicista, il legno, l’aria, l’acqua e lo spettatore in uno scambio intenso di suggestioni. Giovanni Sollima ha composto ed eseguirà in prima assoluta un brano per barcassa e violoncello scritto appositamente per Stresa Festival.

