Trio e Quartetto: verso la musica da camera.
Quattro musicisti internazionali, quattro personalità uniche, un quartetto d’archi. A Stresa per il secondo anno, torna il Barbican Quartet, una voce originale sulla scena della musica da camera, che delizia il pubblico con le sue performance intimamente potenti e il suo virtuosismo d’insieme.
Suonare in un quartetto d’archi è la forma più umana di arte. Richiede comunicazione, flessibilità e comprensione. In un mondo sempre più polarizzato, il Barbican Quartet è un esempio lampante di come le differenze individuali possano essere celebrate e combinate per creare qualcosa di bello.
Un bellissimo programma della tradizione quartettistica è quello presentato per il concerto del 28 agosto: Purcell, Ravel e Beethoven.

Definito «un trio giovanissimo ma già molto maturo nella ricerca di soluzioni interpretative raffinate» (ARCHI magazine), il Trio Chagall è stato fondato nel 2013 da Edoardo Grieco (violino), Francesco Massimino (violoncello) e Lorenzo Nguyen (pianoforte) presso il Conservatorio di Torino. Il nome Chagall vuol essere un omaggio al celebre pittore, da sempre fonte di grande ispirazione per il Trio e ammirato per i suoi legami con la musica e per la forza espressiva nell’uso del colore.
Sempre accolti da sinceri riconoscimenti da parte di pubblico e critica, i musicisti del Trio Chagall colpisce con uno stile esecutivo sobrio, lineare e pulito, totalmente libero da qualsiasi idea di esagerazione o artificiosità, coniugando con scioltezza purezza di pensiero e di azione, per niente intimiditi dalla complessità tecnica ed espressiva.
Il programma del concerto del 1 settembre, oltre a pagine di Haydn e Mendelssohn, presenta il Trio di Weinberg, un capolavoro assoluto di questo compositore rimasto per molti anni sconosciuto ma che, per merito di Gidon Kremer, è stato finalmente riscoperto.
